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Bennati Alberto Di- Vision

Non c'è nulla di digitale in questa immagine, nessuna post produzione, nessun fotoritocco, solo manualità e pensiero. La tecnica utilizzata è quella del collage, per quanto il processo artistico si discosti dagli schemi classici di genere. L'insieme caotico del collage qui lascia il posto a linee certe e figure ben definite, esaltando il concetto stesso di bidimensionalità. Qui l'idea nasce da una visione e dalla necessità di svilupparla attraverso la sistematica “scomposizione” di immagini, ricomposte poi snaturando in tutto il loro significato originale e restituendone uno nuovo, del tutto diverso in quanto a forza evocativa e drammaticità.

NOTA CRITICA
L’idea delle scomposizioni nasce nell'artista diversi anni fa, dopo aver finalmente compreso che tutto ciò che esiste in natura sotto forma d’immagine cartacea, può essere opportunamente rigenerato e rielaborato. E’ lì, nelle discariche d’immagini, che l’artista ha trovato il suo segno distintivo, le figure idealizzate, gli sfondi esatti, i colori mille volte tentati. Ha manipolato e trasformato l'effimero di questi tempi, l'ha scomposto e ricomposto, ficcandoci dentro l’anima. La sua anima.

La nostra società è talmente alienata che appare difficile pensare, anche attraverso la fantasia più sfrenata, che ci siano altri esseri nell’universo più alieni di noi. Del resto l’etimo latino, alienus, sta ad indicare non ciò che è extraterrestre, ma ciò che è estraneo, diverso, straniero, appartenente ad altri. Gli altri però siamo proprio noi stessi, presi singolarmente, uno per uno, con le nostre convinzioni e il nostro ego. Di-Vision, l’opera che ho presentato, è al tempo stesso divisione e visione. Visione di un mondo impazzito, slegato e decontestualizzato dalla realtà; divisione insanabile tanto sopra quanto sotto il cielo. La convinzione che non ci sia nessun’altro in tutto lo spazio interstellare e che gli unici alieni siamo noi, ha prodotto quella alienazione che ha stravolto il contesto sociale e il rapporto fra umani e, nella fattispecie, fra uomo e donna. La spaccatura è sopra e sotto il cielo, ogni vincolo è saltato, il libero arbitrio è l’unica religione e il suo operare è strettamente soggettivo. Ognuno segue la sua strada, ogni scelta è personale, il prossimo non è contemplato, semplicemente non c’è. Un mondo irriconoscibile dunque, spaccato in due da un picchetto dorato, dove persino lo spirito esplorativo dell’uomo, rappresentato da un aeromobile quasi alieno, appare diviso, frantumato da opposte visioni, che sono, in basso fra le nuvole, quelle tanto per cambiare dell’uomo e della donna, stavolta però divisi in modo perentorio e clamoroso, senza più nemmeno quella contrapposizione che faceva tanto folklore fino a poco tempo fa. Una dicotomia che non è solo visiva ma anche intellettuale e che, tra le altre cose, pone l’accento sulla tensione tra libertà e restrizione, natura e artificio e che altro non è, in fondo, che la bellezza e la brutalità del nostro mondo. Un invito questo, per lo spettatore, a esplorare la fragilità umana e a riflettere sulla propria percezione della realtà e sulle molteplici interpretazioni dell’identità e dell’esistenza, provando ad immaginare, chissà, orizzonti nuovi.

Dimensioni

50 x 70 cm
Collage

Breve curriculum

Vive di parole e immagini. Scrive, fotografa, riprende, scompone, assembla, ricompone, ma non necessariamente in quest'ordine. Ha realizzato e accumulato opere nel tempo senza avvertire la necessità di promuoverle e di farsi notare. 
Scrive di sè:
“Il bisogno di isolarmi per capire realmente chi fossi e dove sarei andato, ha prevalso su tutto il resto. Il piacere della condivisione è cosa recente, in parte dovuto alla maturità. E questo è quanto.”

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