Di Muro Annibale - Titolo dell'opera: Lapide/Lavagna - Futuri di uno scontro e degli scontrini che fu

Di Muro Annibale - Titolo dell'opera: Lapide/Lavagna - Futuri di uno scontro e degli scontrini che fu

Carta termica su tavola

Per comprendere il significato di questo progetto è necessario partire dal titolo, dipanando la sua complessità costruita concatenando significati e significanti, allegorie e calembour, tempo e umanità.

Dimensioni

30 x 40 cm

Cominciamo dalla parola che forse più sembra stonare.
SCONTRINI
Li conosciamo, sono quelle striscette di carta che in genere ci vengono date dopo aver fatto un acquisto. Ma quelle striscette non sono proprio di carta, bensì sono realizzate in carta termica, uno speciale tipo di carta su cui è stato applicato un reagente chimico al calore che, al contatto con una fonte termica, cambia colore. Ma questa sua utile caratteristica, rende quel pezzo di carta non riciclabile. Infatti, gli scontrini vanno buttati nell’indifferenziata. Però, considerando che di questi pezzi di carta ne produciamo in continuazione, mi sono chiesto se potesse esistere un modo per rimetterli in gioco dopo aver svolto la loro funzione principale.
E allora, visto che questa loro carateristica è il motivo della loro “discriminazione” dal mondo del riciclo, allora perché non portarla al limite... Ma come?
SCONTRO
Sinonimo di guerra, è quel termine che permette un quasi innocente gioco di parole insinuare che gli scontrini, crescendo, diventano scontri. Dico “quasi” perché forse, in un certo senso, potrebbe non essere così innocente.
Tutti gli scontri traggono sempre origine da una disparità tra le contrapposte parti. Ed è nella disparità, che, spesso, chi si trova nella condizione peggiore, vede la violenza quale unico/ultimo barlume di speranza per far trionfare la propria giustizia. ...Ma cos’è davvero la disparità?
Per dirla in modo semplice, è quello che non si ha o non si è, o che non si può avere o essere, ma che si vede possedere o essere ad altri. E lo si desidera, lo si invidia e alle volte lo si cerca di ottenere con la forza.
Lo scontrino quindi è il simbolo, il simulacro di una dilagante cupidigia che fa di eccessi e status le sue celebrazioni, e come controindicazione traccia sempre nuovi confini tra le persone. Confini che classificano come migliore chi si trova da questo lato, piuttosto che dall’altro. E se i confini aumentano, si ispessiscono, ci si ritrova
confinati, intrappolati, esasperati e il risentimento si accumula, la rabbia, fermentando, si propaga e basta un sospiro di troppo ad innescare un’esplosione di violenza. Ed è scontro!
E dopo, cosa rimane?
Macerie.
E nelle macerie, si sa, non si riescono a distinguere quelle di chi ha vinto da quelle di chi ha perso, quella di chi ha ragione da quelle di chi ha torto.
Esiste un’unica, indistinta, sconfinata, maceria che appartiene a tutti.
E gli scontrini?
Ora sono tutti uguali. Inutili. Bruciati.
LAPIDE/LAVAGNA
Affiancando precisamente questi scontrini anneriti come in un mosaico, si ottiene una superficie liscia e nera che rimanda ad un’idea di monumentalità oscura e funerea, una lapide affissa a memoria dell’inquietudine della tragedia. Però, si sa che alla lunga, quella drammaticità si disperde e la vita si riappropria degli spazi della morte.
A maggior ragione se quello spazio è una superficie liscia e nera. Il rimando ai tempi della scuola, quando con i gessetti si scriveva e si cancellava di tutto sulle lavagne di ardesia, è davvero scontato. Un semplice oggetto
capace di sussurrare nostalgicamente il ricordo dei nostri inizi pieni di speranza, però, al tempo stesso, capace di parlarci dei primi passi delle generazioni che vedono oggi i loro inizi e di urlarci anche che ancora molto c’è da fare e da non fare affinché quell’inizio possa essere scontato per tutti a questo mondo, specie se la guerra
irrompe in quegli inizi imponendosi quale quotidianità e futuro.

Breve curriculum

Annibale Di Muro, classe 1982, vive e opera tra la Basilicata e Napoli. Incline sin da giovanissimo a realizzare con le proprie mani quanto la sua immaginazione gli suggerisse, ha perseguito la strada della creatività nella sua formazione scolastico-liceale ed universitaria (Facoltà di Architettura), maturando un ampio spettro di competenze che, sintetizzando criticamente ed emozionalmente, pervengono ad una poetica essenziale, fatta di evocazioni, rimandi, ermetismi e processi ludici, ma al tempo stesso romantica e genuinamente sensibile.

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni

DMC Firewall is a Joomla Security extension!