Bennewitz Beate - Titolo dell'opera: "Porcacci Porcellini"

Bennewitz Beate - Titolo dell'opera: "Porcacci Porcellini"

Rifiuti vari (gomma piuma, blister medicine, tavola wc, pezzi di
plastica...) su pannello di legno

Il consumismo sfrenato, che domina la gente più di ogni altro potere dittatoriale, la imbruttisce, la fa diventare superficiale, indifferente, violenta: queste critiche, espresse negli Scritti Corsari, sono alla base del mio quadro e rappresentate nei fotogrammi – scene di guerra, inquinamento, violenza, allevamenti di massa, beni di consumo superflui.
Ma poi c’è anche il pensiero positivo, raffigurato nei fotogrammi più in alto – proteste, baci.
La nostalgia delle cose semplici, la rinuncia, la modestia, si trova al di là della finestra attraverso il quale guarda il porcellino, stupito dal mondo attuale che gli passa davanti agli occhi come un film.

Dimensioni

53x60x7 cm

Buffa Laura - Titolo dell'opera: "PPP, l’intellettuale illuminato"

Buffa Laura - Titolo dell'opera: "PPP, l’intellettuale illuminato"

Materiali di scarto: legno raccolto sulla spiaggia, cellophane di incarti dei fiori, fili elettrici da smantellamento di apparecchi elettronici, parti elettriche.
Ideazione: Laura Buffa, assemblaggio e intervento tecnico: Giorgio Ricci

Pasolini è il poeta vivo della mia generazione, un intellettuale di riferimento. Mia madre, professoressa di lettere, me lo fece conoscere. Nonostante fosse una figura controversa, discussa e perseguitata dalla morale di allora, lei decise di includere alcune delle sue poesie nel programma di studi dei suoi alunni e insegnò loro la grandezza dei suoi versi.
Spirituale e materico ma mai materialista, Pier Paolo Pasolini seppe con preveggenza descrivere il futuro che attendeva la società italiana e il mondo occidentale e capitalista.
Ricordo molto bene quella notte del 1975, in cui diedero notizia della sua morte e le tante circostanze allora non vennero a galla. Si seppe soltanto che era stato un giovane probabilmente da lui adescato. Pasolini e la sua morte sono uno dei tanti misteri d’Italia e oggi a quasi 50 anni da quella notte, Pasolini mostra tutta la sua modernità, tutta la sua visionarietà. Qualcuno ha spento il suo intelletto ma noi ne riconosciamo la sua assoluta, indiscutibile luminosità.

Dimensioni

H 33 x L 25 x 15 cm

Buggio Annunziata - Titolo dell'opera: "P.P.P. 100% (for future)"

Buggio Annunziata - Titolo dell'opera: "P.P.P. 100% (for future)"

Collage e tecniche miste su cartone
Riciclo di cartone, riviste, giornali, lana, feltro, gomma.

P.P.P. 100% (for future) è l'omaggio a Pier Paolo Pasolini in occasione del suo centenario e del suo eclettismo creativo. Un uomo culturalmente alto e fuori dagli schemi: visionario.
Ho scelto di interpretare alcuni passaggi degli "Scritti Corsari" in una versione Green, quel "verde" che si declina in vari aspetti della società per un futuro più sostenibile e responsabile, incuriosita dalla definizione che lo stesso autore prova a dare di "progresso e sviluppo".
Ho giocato sulle parole e sulle iniziali del suo nome P.P.P. tre "p" (Pier Paolo Pasolini) che si inseriscono all'interno e all'esterno di una spirale, figura presente in natura ed espressa in matematica dalla serie di Fibonacci: una successione di numeri interi positivi dove ogni numero è il risultante della somma dei due precedenti (idea di progressione)
Tre "p" (p di progresso fatto di persone che sono parte di un progetto di produttività, cambiamento)

"In senso cosmogonico il simbolo della spirale può rappresentare lo sviluppo del Cosmo a partire dal centro (l’omphalos o ombelico del mondo), ossia l’espandersi di quella Coscienza Creativa dell’Universo che dà origine a tutte le cose manifeste.
La spirale racchiude in sé i concetti di dinamismo, continuità ciclica, di sviluppo ed espansione – così come anche di regressione e contrazione, se percorsa in senso inverso -, ed evoca il flusso del tempo coi suoi vari cicli di cambiamento."
Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari

La positività della frase “Credo nel Progresso” ha scaturito un ragionamento scindendo la parola stessa; quel "Pro" (estensione in avanti, azione) è una forma attiva di “cambiamento” che porta la sua voce attraverso le manifestazioni in piazza dei giovani del movimento Friday For Future sulla crisi del cambiamento climatico. In senso metaforico, è un racconto di una generazione (figura femminile di spalle, Greta una di noi ) che scrive e annuncia una nuova idea di progresso, sostenuta moralmente dall' ombra di Pier Paolo Pasolini che sembra appoggiare questa nuova coscienza collettiva, poiché egli stesso scriveva che il progresso è fatto di persone.
La mia attenzione si sofferma sul ruolo della Donna che meriterebbe opportunità, incentivi, assunzioni nella Green Economy poiché è anche qui che si intende "progresso" e "sviluppo" cambiamento.

Dimensioni

50 x 36 cm e profondità 2 mm

Cerella Patrizia - Titolo dell'opera: "Rossopontormo"

Cerella Patrizia - Titolo dell'opera: "Rossopontormo"

Opera di riciclo e recupero tridimensionale

L’ opera, creata nell’anno 2022, è costituita da due tubi di cartone recuperati : contenitori per alimenti, interno carta assorbente, pellicola in Pvc usata come divisorio per alimenti, elementi in metallo e legno, colori adatti per vetro, pennarelli indelebili.
I tubi ruotano uno dentro l’altro permettendo l’avvolgimento della pellicola dipinta, richiamando il funzionamento dei rullini fotografici anni ‘70/’80, visione accentuata dalla divisione in settori dell’immagine, in modo da creare 5 specie di diapositive.
Le immagini dipinte sono una trasformazione di 2 pale di altare, una nell’altra, a tema “Deposizione”, coeve e dipinte da Rosso Fiorentino e Pontormo, tramite 5 immagini, come se fossero una sequenza di immagini di un piccolo film. L’idea è nata perché Pier Paolo Pasolini, per girare il suo film LA RICOTTA nel 1963, venne alla Pinacoteca di Volterra per vedere la pala del Rosso lì conservata, con l'intenzione di usare la sua immagine, successivamente però decise di usare quella dipinta dal Pontormo, conservata a Firenze. Idealmente nell’opera ho unito alcuni fotogrammi mancanti al film del regista, come se l’inizio dell’azione fosse stata la Deposizione del Rosso, dove il Cristo sta per essere staccato dalla Croce e successivamente adagiato e sorretto dai vari personaggi che formano la pittura.

Dimensioni

Chiusa: cilindro di diametro 8 cm e alta 23 cm
Aperta e appesa in verticale: 23 x 8 cm, lunghezza 93 cm

Ciafardini Alessandro - Titolo dell'opera: "P.I.L. seduta per ospite indesiderato"

Ciafardini Alessandro - Titolo dell'opera: "P.I.L. seduta per ospite indesiderato"

Opera di riciclo e recupero tridimensionale

P.I.L. acronimo di prodotto interno lordo, è il valore di riferimento attraverso il quale viene misurato il benessere di una nazione.
Indicatore di una presunta comodità sociale, P.I.L. seduta per ospite indesiderato, la cui crescita è inversamente proporzionale all'eccellenza e all'affermazione personale dell'individuo in quanto essere umano.
Esempio di come lo sviluppo non sempre è comodo. Una chiave di lettura personale del pensiero di Pasolini sullo sviluppo e progresso.

Dimensioni

45x45x80 cm

Cotimbo Madia - Titolo dell'opera: "Padri"

Cotimbo Madia - Titolo dell'opera: "Padri"

Opera di riciclo e recupero tridimensionale

La scultura raffigura un tronco di albero, un albero mutilato dei suoi rami e della sua chioma. In esso tuttavia scorre ancora la vita, una linfa rossa, visibile dall’esterno.
Oltre quarant’anni fa Pier Paolo Pasolini ci faceva intendere, ci mostrava, in gran parte della sua opera letteraria e cinematografica, come la nostra società sarebbe divenuta prona al solo profitto e come la dignità umana si sarebbe trasformata in merce di scambio, citando Karl Marx.
Rappresento così la donna, l’uomo, l’umano reciso, menomato eppure inesorabilmente vitale, in cerca di una via nuova che lo conduca fuori dal disastro di cui è egli stesso causa.
Per il cambiamento, per acquisire consapevolezza e sviluppare il proprio senso critico, per essere lucidi e vigili rispetto a ciò che accade fuori e dentro di noi, si ha bisogno di un maestro, di una guida. Il consumismo pare aver appiattito tutto ad un unico livello, quello del profitto appunto e della ricchezza individuale e da questo mondo bidimensionale faticosamente riesce ad ergersi un faro che illumini le nostre coscienze.
Le parole di Pasolini, la sua voce ferma ed appassionata, i suoi modi composti e vibranti, hanno lasciato in me una suggestione, più forte di altre, ovvero quella della figura del padre, di suo padre, con cui ebbe un rapporto difficile ed irrisolto, del padre come simbolo archetipico di guida, di maestro ed a questo simbolo ho collegato la figura dell’albero, come manifestazione della forza vitale connaturata al mistero dell’esistenza.
L’opera “Padri” è realizzata con carta di giornali, colla e strisce di plastica ricavate da bottiglie per l’acqua. Al suo interno è sistemata una fonte luminosa a led di colore rosso, pulsante grazie ad un controller.

Dimensioni

Altezza 250 cm, diametro 70 cm

Daniele Walter - Titolo dell'opera: "Il ragazzo di plastica"

Daniele Walter - Titolo dell'opera: "Il ragazzo di plastica"

Racconto

SINOSSI
Il racconto “Il ragazzo di plastica” narra la storia di un pupazzo costruito con degli oggetti di plastica da un ragazzo di nome Matteo, che tiene tanto al riciclo. Lo stesso giorno si reca a casa sua una strega cattiva, chiamata Clelia, con una pozione magica fatta da lei, che utilizza per trasformare il pupazzo di plastica in pupazzo vivente. Allo stesso tempo lo incoraggia ad essere cattivo. Ma per fortuna il pupazzo incontra una bambina buona che lo fa diventare ugualmente buono. E grazie alla bontà acquisita per merito della bambina di nome Olly, Kabir (il pupazzo di plastica) sconfigge la strega ed un’altra persona cattiva. Acquisendo così tanta stima da parte di tutti, che di conseguenza capiscono l’importanza del riciclo della plastica ed altri materiali.

Clicca qui per scaricare/aprire il PDF

Dazzi Daniela - Titolo dell'opera: "Medea appunti di viaggio"

Dazzi Daniela - Titolo dell'opera: "Medea appunti di viaggio"

Struttura con pannello

E' un approfondimento sulle tematiche del film da me visto 50 anni fa e di cui l'immagine iconica di Medea Callas mi e' rimasta ben impressa. Partendo da quella immagine semplificata e riprodotta con i materiali di consumo e di scarto che generalmente uso, ho appuntato contrapposizioni e temi antichi, moderni e contemporanei che Pier Paolo Pasolini semina nel film del 69: una enorme e potentissima ricchezza!

Dimensioni

L 110 x H 210 x spessore 40 cm

De Felici Stefano - Titolo dell'opera: "Una favola per la natura"

Corto

“Una favola per la natura” fa parte di un progetto cross mediale per sensibilizzare i giovani studenti sull'importanza di mantenere un pensiero critico e di consapevolezza rispetto ai delicati equilibri naturali che ci permettono di abitare su questo pianeta.
Il cortometraggio è distribuito anche grazie all'installazione "Alveare" (Vedi su Vimeo) creata con cartone e carta riso e un numero di micro proiettori variabile da 8 a 15.
Entrambe le opere hanno l' obiettivo di aiutare i ragazzi a riflettere su temi che spesso la politica affronta con leggerezza e solo in chiave di progresso economico, mentre si vuole portare un focus verso il concetto di sviluppo sostenibile.

Fabbri Donatella - Titolo dell'opera: "La divina mondezza"

Fabbri Donatella - Titolo dell'opera: "La divina mondezza"

Arcolaio dipanatore

Questa è un’opera piuttosto complessa che vuole mettere in luce la poliedricità di PPP e per questo motivo l’ho pensata come un Carosello, tra l’altro emblema del consumismo nella TV degli anni ‘60 e ’70.
Il titolo ha due riferimenti : apparentemente è un ossimoro, ma in realtà la parola MONDEZZA (dal cortometraggio del 1974 “Cosa sono le nuvole?”) significa purezza mentre il significato di immondizia è solo richiamato per associazione al dialetto.
Altro riferimento è “La divina Mimesis”, opera letteraria incompleta per volontà di Pasolini, che vuole ripercorrere il viaggio di Dante spostato nel proprio tempo.
L’opera è costruita su di un vecchio arcolaio dipanatore che rappresenta la passata cultura contadina sapiente, incontaminata dalla modernità, ricca di quello stupore capace di cogliere la sacralità del creato. L ’arcolaio è diviso in 2 parti, ciascuna delle quali è collegata a uno dei 2 significati del titolo; in ognuna possiamo leggerne sia la visione personale che quella sociale di Pasolini.
MONDEZZA=PUREZZA
Questa parte di arcolaio è stata rivestita con le due copertine rigide in tessuto ocra di una vecchia agenda e con un cartoncino dorato da pasticceria (rigorosamente riciclati!)
Sopra (visione personale) , il volto stilizzato di PPP con gli occhiali (realizzati con una corda rotta dell’arpa) proteggono lo sguardo del poeta: rappresentano il filtro della poesia, la vera ” … diversità che mi fece stupendo”
Sotto (visione sociale) l’immagine di un fuoco simbolico: uno spicchio di buccia di melograno essiccato e riempito di perline all’interno di lingue rosse realizzate con una corda rossa d’arpa, vogliono suggerire la sacralità della vita e la “straziante e meravigliosa bellezza del creato”
MONDEZZA=IMMONDIZIA
Sezione sociale. Sopra una base nera in tessuto sintetico (“Nient’altro se non l’asfalto e l’infinito”), ho posizionato la foto di un paesaggio urbano/naturale deturpato dalla sovrapposizione di una pellicola trasparente malridotta.
Questa è la denuncia verso la società consumistica, che è riuscita a realizzare in poco tempo una devastante mutazione antropologica.
Per la sezione personale ho appeso l’immagine modificata del murales ”la Pietà” dell’ artista francese Pignon. Ma qui è Dante a sorreggerne il corpo: con la scomparsa di Pasolini il mondo ha perso un grande poeta, l’ultimo poeta civile che ha saputo anticipare il destino della nostra modernità.
Dietro, articoli di giornale che documentano la molto discussa vita di Pasolini .

Oltre a rendergli omaggio, quest’opera vuole raccogliere umilmente la sua eredità affinchè diventi fonte di speranza.
Per questo ho inserito anche due sue poesie («dedica» in dialetto friulano e «la diversità che mi fece stupendo»), insieme ad un estratto dal cortometraggio «La forma della città»

Dimensioni

L 51 x H 45 x P 45 cm

Falleti Antonino - Titolo dell'opera: "Il tuo Cuore Sacro"

Falleti Antonino - Titolo dell'opera: "Il tuo Cuore Sacro"

Foto rielaborata

Immagine creata con materiale trovato sull'argine del Tagliamento , il fiume di Pasolini.
Abito in un paese vicino a Casarsa della Delizia. Conosco in prima persona i luoghi di PASOLINI. La sua casa natia, la scuola dove ha insegnato e il cimitero dove è seppellito. Per la mia opera mi sono lasciato ispirare proprio da questi luoghi e dalla vicinanza che sento da sempre con questo artista, nonostante negli anni anni dello studio se ne avesse sempre di lui una percezione negativa, data dall’opinione pubblica certo, ma anche dal personale docente che ci insegnava.
Con gli anni ho capito la sua grandezza e di come il suo pensiero fosse attuale e moderno. Anticipando i tempi . TROVO UN COLLEGAMENTO TRA IL PENSIERO GRECO E LA SUA POETICA.

Flamini Germana - Titolo dell'opera: "Gaia e la resistenza"

Flamini Germana - Titolo dell'opera: "Gaia e la resistenza"

Racconto Monologo

“…si possono notare ogni giorno atti di resistenza da parte di Gaia. E chi è Gaia? E’ lo Spirito della Terra. Gaia è tutto, sono le piante, siamo noi, sono gli organismi, sono tutti gli animali.”

L’autrice, ponendo l’accento sulla differenza di cosa sia Progresso e cosa sia Sviluppo secondo lei, attribuendo a Gaia il Progresso e al Capitalismo lo Sviluppo, ci propone di osservare gli atti di resistenza intorno a noi nei confronti dei disastri ambientali, e lo fa quasi in una forma di “appello politico”, di “preghiera pagana”.

Clicca qui per scaricare/aprire il PDF

Genovesi Patrizia - Titolo dell'opera: "Pasolini"

Scritto e diretto da Patrizia Genovesi

Un unico attore dà vita ad una performance che offre un’interpretazione originale della figura di Pier Paolo Pasolini. Sollecitato da una voce fuori campo, femminile come la “Vita” o la “Storia”, Pasolini riflette sulle figure originarie che accompagnarono la sua vita e più di tutte la plasmarono: il padre giocatore, complesso, a tratti violento; il fratello Guido, riferimento costante anche dopo la morte precoce da giovane partigiano; la madre, moderna Madonna straziata dal dolore. Da queste esperienze Pasolini esce dilaniato e diviso. Sente anche se stesso come un combattente, al pari del fratello: ma combatte con la poesia, non con le armi. Combatte il borghese perché prospera sull’ignoranza e opprime invece di liberare; parla all’uomo “che ha negli occhi il presente e nel cuore il futuro”, quello che progredisce e crea. Grida e scandalizza per svegliare le persone, perché trovino in se stesse la forza di far emergere l’uomo possibile. Pasolini muore insieme al fratello, ciascuno ucciso nella sua guerra. Una bandiera italiana lacera e consunta celebra la fine di entrambi.

Marras Salvatore - Titolo dell'opera: "Ragazzo di vita"

Marras Salvatore - Titolo dell'opera: "Ragazzo di vita"

Decorazione con smalti ceramici su uno scarto di lavorazione di terracotta rossa.

L’opera si ispira ad uno dei temi cari a Pasolini, i giovani eroi di borgata che sono stati spesso protagonisti nelle sue storie.
Pensando a vari titoli, qui però ho voluto dare una valenza vincente al personaggio, rappresentando una gioventù di spalle che potrebbe essere senza fine.

Dimensioni

15x15 cm Profondità: 1,5 cm

Pascali Dominga - Titolo dell'opera: "Torri gemelle"

Pascali Dominga - Titolo dell'opera: "Torri gemelle"

Tecnica mista: smalto, acrilico, tempera all'acqua

Ho scelto l'opera TORRI GEMELLE per partecipare al contest per collegare due grandi tragedie che hanno colpito l'umanità.
La dinamica disumana e cruenta con cui è stato assassinato ingiustamente un genio come PIER PAOLO PASOLINI. mi hanno riportato all'ingiusta strage di milioni di vittime innocenti che hanno perso la vita nella strage di New York in seguito all'attentato dell '11 Settembre 2001.
PIER PAOLO PASOLINI non meritava una fine così violenta, è stato un duro colpo per la cultura italiana.

Dimensioni

110x40 cm supporto in cartone

Pispoli Mauro - Titolo dell'opera: "Una storia sbagliata"

Pispoli Mauro - Titolo dell'opera: "Una storia sbagliata"

Tecnica mista su carta e faesite

Quest’anno il mio lavoro è molto più ecologico, oltre alla mia solita carta riciclata (nel vero senso della parola, perché riuso il retro delle fotocopie dismesse) ci sono pagine di un libro recuperato in un cassonetto e il tutto è montato su un pannello per l’esposizione delle piastrelle in faesite fustellata a maniglia, che serve per portarlo in giro e come appendino, anche questo è un pezzo di scarto che uso dagli anni 90 (ne ho raccolti un centinaio in discarica a Modena). Come vedete ora nel mio piccolo oltre all’arte c’è anchela filiera del riciclo.

“Storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale“ P.P.P. tre P, che stanno per Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta, pittore, regista e drammaturgo, per me il genio del ‘900.
Il mio lavoro si incentra sulla canzone «UNA STORIA SBAGLIATA» che parla della morte violenta di Pasolini avvenuta la notte del 2 Novembre 1975 sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, dopo che era stato percosso e travolto dalla sua auto, a scriverla e cantarla è Fabrizio De André, il un singolo fù commissionato dalla Rai a De André che lo scrisse in collaborazione con il cantautore Massimo Bubola e che verrà pubblicato in Italia nel 1980.
Il mio lavoro artistico oltre alla morte, parla soprattutto della vita, e del suo celebre articolo su Il Corriere della Sera del 1975, in cui, attraverso la metafora della SCOMPARSA DELLE LUCCIOLE, descrive quelli che valutava essere gli enormi sconvolgimenti che attraversava allora la comunità civile del nostro Paese. Il volto del Maestro, stampato su tanti fogli di un libro che ipoteticamente sarebbero quelli del libro «SCRITTI CORSARI» una raccolta di articoli, interviste e recensioni pubblicate su vari quotidiani italiani, e tra questi l’articolo sulle Lucciole (anche qui dobbiamo interrogarci perché se ne vedono sempre meno, ormai decimate dalla perdita di habitat, dall’inquinamento luminoso e dai pesticidi).

Dimensioni

45x53 cm

Viola Cesarina - Titolo dell'opera: "Verso una nuova dignità dell'uomo"

Viola Cesarina - Titolo dell'opera: "Verso una nuova dignità dell'uomo"

Quadro su cartoncino, applicato su tela e relativo telaio

Immagine, stilizzata con un semplice segno, del viso di Pasolini e dei suoi inconfondibili occhiali scuri (realizzati con cartone e lenti in PET), dai quali i suoi occhi già nel 1973 vedevano scenari negativi di un futuro, verso il quale, se non si fossero presi provvedimenti immediati, ciò sarebbe stato "catastrofico" per il genere umano.
Ho evidenziato, sul lato sinistro, i diversi significati della parola "Progresso" a Pier Paolo Pasolini molto caro, e la denuncia sul diffuso degrado urbanistico delle metropoli, anche con un'immagine skyline di Roma che si prolunga, in parte, verso l'esterno del quadro stesso.
Sul lato destro, i 4 punti da lui enunciati (con immagini a collages) quali:
1) accesso paritario alle risorse del pianeta Terra 
2) rispetto dell'ambiente 
3) nuovo modello produttivo che possa essere rispettoso delle risorse terrestri 
4) superamento disuguaglianze 
ciò, per un riscatto ed un cambiamento che possa dare all'uomo ed alla sua civiltà una nuova dignità basata su principi e valori veri.
In altre parole Pasolini legava a doppio filo in maniera indissolubile i concetti di progresso e sviluppo a quello basilare dell'emancipazione umana e culturale....solo se veniva rispettata questa unità l'uomo a buon diritto poteva affermare di essere sulla strada della definitiva risoluzione della " questione sociale ", così cara al ns autore, la madre di tutte le battaglie.

Dimensioni

40 x 50 cm

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni

Our website is protected by DMC Firewall!