Lo sviluppo e il progresso secondo Pier Paolo Pasolini

Tra il 1973 e il 1975, anno della sua scomparsa, Pier Paolo Pasolini scrisse una serie di articoli e di recensioni per il Corriere della Sera che vennero poi raccolti, insieme a quelli di altri autori dell’epoca, in un volume noto come Scritti corsari. Il termine corsari evidenzia in modo inequivocabile la posizione controcorrente di Pasolini, un uomo che ha manifestato costantemente il suo dissenso nei confronti dell’omologazione, in ogni sua forma. Gli articoli e gli allegati contenuti negli Scritti corsari, rappresentano i nodi centrali del pensiero di Pier Paolo Pasolini riguardo molti aspetti della società e della politica italiana, senza distinzione ideologica. La visione del Maestro si è rivelata profetica in molte occasioni come ad esempio in “Sviluppo e Progresso”, una riflessione con cui non si limita a criticare e attaccare il modello di vita consumistico in Italia, a partire dagli anni del boom economico del dopoguerra, ma a paragonarlo ad un vero e proprio “genocidio culturale”, dalle preoccupanti conseguenze sociali, infrastrutturali, culturali e antropologiche.